sanatoria abusi edilizi e rapporti di vicinato


30/09/2013

Sanare un abuso non impedisce al vicino di agire al fine di chiedere i danni e la riduzione in pristino. Ciò significa che pur avendo ottenuto un provvedimento concessorio o di sanatoria da parte della PA si rischia di non dormire sonni tranquilli. E’ quanto risulta da una recentissima pronuncia della Suprema Corte ove si legge:“in tema di distanze nelle costruzioni, ai sensi dell’art. 873 c.c., i provvedimenti amministrativi concessori o di sanatoria edilizia, esplicando i loro effetti sul piano dei rapporti pubblicistici tra P.A. e privato costruttore, non hanno incidenza nei rapporti tra privati, i quali hanno ugualmente facoltà di chiedere la tutela ripristinatoria apprestata dall’art. 872 c.c. per le violazioni delle distanze previste dal codice civile e dalle norme regolamentari integratrici”. Le sanatorie "inerendo al rapporto fra P.A. e privato costruttore, non hanno alcuna incidenza nei rapporti fra privati, non valgono a mutare la normativa in concreto applicabile e non privano il proprietario del fondo contiguo leso dalla violazione delle norme urbanistiche edilizie, del diritto di chiedere ed ottenere l’abbattimento o l’arretramento dell’opera illegittima”. Cfr Corte di cassazione con la sentenza del 25/09/13 n.  21947