Danno cagionato da cose in custodia - buca visibile - No al risarcimento
Nessun risarcimento per l’automobilista che incappa in una buca se la precaria condizione dell’asfalto era facilmente percepibile.
Un automobilista, vittima di un incidente causato, a suo dire, da una imprevedibile buca presente sul manto stradale, ha provato a richiedere il risarcimento dei danni subiti nei confronti della Provincia (proprietaria della strada) affermando che «i danni subiti alla vettura» sono frutto dell’improvviso passaggio sulla buca costituente insidia.
Prima il Giudice di pace e poi i giudici del Tribunale respingono però la richiesta risarcitoria, escludendo ogni possibile addebito nei confronti della Provincia e ritenendo invece evidente la responsabilità dell’automobilista, che, secondo i giudici, avrebbe potuto avvedersi delle precarie condizioni dell’asfalto.
In particolare, in secondo grado, si è esclusa «la responsabilità» della Provincia poiché non è emersa «una situazione insidiosa, caratterizzata dal doppio e concorrente requisito della non visibilità oggettiva del pericolo e della non prevedibilità soggettiva di esso», mentre, allo stesso tempo, «il verbale dei Carabinieri ha solo attestato l’esistenza della buca, senza descriverne le caratteristiche della non visibilità oggettiva del pericolo e della non prevedibilità soggettiva di esso».
Questa visione, contestata dal legale dell’automobilista, viene però condivisa dai Giudici della Cassazione che ritengono decisiva la constatazione, compiuta in Tribunale, che la buca era «ben percepibile come insidia». Ciò significa che «la buca non è stata percepita dalla persona danneggiata» a causa del «suo comportamento colposo», e, quindi, va escluso «il nesso causale coi danno» riportati dalla vettura.
Lo ha stabilito la Cass. Civ. sez VI il 05/10/2020